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Il gas radon è un gas radioattivo classificato chimicamente assieme ai gas rari come xeno, kripto e neon, che viene prodotto a seguito dei fenomeni di disintegrazione dell'uranio. Il radon non reagisce con altri elementi chimici ed è il gas più pesante in natura. La sua densità corrisponde a circa 8 volte più dell'aria. La sua disintegrazione da luogo al piombo come prodotto finale. Il gas Radon fu scoperto dal fisico F. Dorn, che ne 1900, lo rilevò come produzione di alcuni tipi di sali di radio.

La presenza di uranio o comunque di uno o più dei suoi prodotti di decadimento all'interno del mantello terrestre, è considerata la fonte di energia per la produzione di calore e quindi dei moti convettivi dell'astenosfera. Dall'osservazione dei moti delle placche presenti sul pianeta è lecito supporre che gli elementi radioattivi presenti siano posti in ben determinate concentrazioni stabilmente al di sotto delle zone vulcanicamente attive. Lo spostamento dei vulcani attivi nel corso della storia geologica del pianeta infatti, è dovuto al movimento soprastante delle placche. Conseguentemente si suppone che le concentrazioni radioattive siano relativamente si trovino in zone bloccate all'interno della mesosfera, lo strato del mantello più solido al di sotto dell'astenosfera liquida. I moti convettivi caldi generati dai minerali radioattivi, quindi salgono dalle zone centrali del pianeta e raggiungono la crosta. Qui danno luogo a lenti procedimenti di fusione, fino a raggiungere la superficie. Raggiunto questo limite, la pressione interna della roccia fusa, frammista a bolle di gas caldo, generano i vulcani e li mantengono in vita fino a quando la zona di produzione di calore è proprio al di sotto di loro stessi. Successivamente al movimento superficiale delle placche, quindi la zona convettiva si sposta al di sotto di zone più spesse e fredde e qui ricomincia il processo di fusione e di rigenerazione di altri vulcani.

Il decadimento dei materiali radioattivi ha inizio a partire dall'uranio 238, l'isotopo più pesante, per raggiungere lentamente attraverso vari passaggi, lo stato stabile e non radioattivo del piombo.

Più precisamente dall'Uranio 238, nasce il Radon 222, il Thorio 232 e l'Uranio 235 producono rispettivamente il Radon 220 e il Radon 219.

E' logico pensare che in corrispondenza di zone sismicamente attive vi sia una estrema probabilità di registrare la presenza di radon. Questo è solitamente rilevabile in presenza di rocce di tipo lavico, di tufi, pozzolane e di alcuni graniti. Ve ne è segnalata la presenza tuttavia anche all'interno di marmi, marne e flysh, tre diversi tipi di rocce sedimentarie.

Le rilevazioni e i metodi di prevenzione contro le concentrazioni di gas radon all'interno delle cantine e delle case di zone a rischio, come il Friuli Venezia Giulia, costituisce un'importante metodo di salvaguardia da malattie particolarmente insidiose come il cancro. Un ottimo rimedio è costituito da una buona e costante aerazione dei locali a diretto contatto con il suolo.

Il radon può essere presente anche all'interno di falde acquifere, e in basse concentrazioni anche all'interno di acque termali. Famosa proprio per le caratteristiche terapeutiche dell'acqua termale con bassa concentrazione di radon, è la località di Bad Kleinchircheim in Austria.

Il Radon può essere facilmente presente anche all'interno delle miniere. Nel tardo 1800, in Sassonia, elevate concentrazioni di radon provocarono a numerosi minatori la malattia polmonare battezzata con il nome di cancro ai polmoni. Le pericolosità del gas radon relativamente alla generazione di cancro ai polmoni è secondo solo al fumo, e l'assunzione di fumo e gas radon insieme, genera una probabilità di rischio notevolmente superiore alla somma dei due.

Il rilascio di radon da parte delle rocce presenti negli strati superficiali del suolo, varia in funzione delle condizioni atmosferiche: umidità e temperatura del suolo e dell'aria, pressione atmosferica, velocità e direzione del vento. Ma anche in funzione della porosità del suolo e del suo stato: secco, umido, gelato, innevato ecc. Inoltre la concentrazione di radon decresce rapidamente con l'innalzamento di quota.

Praticamente il radon è presente in ogni punto della terra, ma la sua concentrazione è molto varia, in funzione dei tipi di roccia. La concentrazione varia però anche nello stesso luogo con il trascorrere del tempo.

All'interno delle case, la concentrazione di radon aumenta a causa della bassa ventilazione o della presenza di materiali da costruzione contenenti materiali radioattivi come rocce tufacee o laviche. Ma è dovuta in parte anche al fatto che le case mantengono una pressione leggermente inferiore all'esterno, favorendo il ristagno dell'aria.

Il gas radon può senz'altro costituire un elemento importante nello studio dei precursori sismici. La sua misurazione su zone a rischio potrebbe fornire dati interessanti se raccolti sistematicamente e messi a disposizione dei ricercatori. La rilevazione di gas radon avviene mediante l'apposizione di dosimetri, ovvero di piccoli contenitori impermeabili alla luce, al cui interno vi è posta una pellicola fotografica. Le particelle radioattive lasciano sulla pellicola, una volta sviluppata, determinati segnali facilmente riconoscibili da un occhio esperto.

Esistono anche dei misuratori portatili da posizionarsi all'interno delle abitazioni.

 

 

 

 

 

Fig. 31 – Contatori Geyger

 

Un piccolo contatore Geiger autocostruito dall'autore.

 

Immagine dell'autore.

 

 

 

 

 

 

 

 

Buona norma comunque è informarsi sulle possibilità di rischio presso l'Azienda sanitaria più vicina, ed eventualmente effettuare un controllo all'interno della propria abitazione.

Piccole concentrazioni di radon sono praticamente innocue, e possono essere facilmente eliminate con opportuni accorgimenti. Concentrazioni più elevate invece possono essere pericolose e quindi i provvedimenti da adottare più drastici.

Maggiori informazioni sul gas radon, sui rischi e sui metodi di prevenzione si possono trovare sulla pagina dedicata del sito: http://www.editaly.com.

 

Il ciclo di decadimento dell'Uranio:

Isotopo Radiazione Emivita

Uranio 238 alfa 4,9 x 109 anni

Torio 234 beta 24,1 giorni

Protoattinio 234 beta 1,2 minuti

Uranio 234 alfa 2,5 x 105 anni

Torio 230 alfa 7,5 x 104 anni

Radio 226 alfa 1600 anni

Radon 222 alfa 3,8 giorni

Polonio 218 alfa 3 minuti

Piombo 214 beta 27 minuti

Bismuto 214 alfa e beta 20 minuti

Polonio 214 alfa 1,5 x 10-4 secondi

Piombo 210 beta 25 anni

Bismuto 210 beta 5 giorni

Polonio 210 alfa 136 giorni

Piombo 206 non radioatt. Stabile

 

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